COACHING NUTRIZIONALE: il percorso per un’alimentazione consapevole

Esperto in Medicina Anti-Aging e perfezionato in Dietetica e Nutrizione, il Dottor Emanuele De Nobili vanta una certificazione anche nel campo del Coaching Nutrizionale, acquisita attraverso corsi di alta formazione. Oltre a comprendere appieno l’esperienza alimentare del paziente, guidandolo in modo efficace nel percorso nutrizionale, l’attività del Dottor De Nobili ne valorizza la componente psicologica e motivazionale.

Il coaching nutrizionale è una specializzazione volta al raggiungimento degli obiettivi legati all’alimentazione e alla dieta. Le persone interessate a seguire questo tipo di terapia si incentrano nell’acquisizione di abitudini alimentari salutari.

Il coaching nutrizionale può essere definito come una metodologia di lavoro che offre supporto nel raggiungimento di obiettivi e nella modifica delle proprie abitudini alimentari. In questo modo la persona identifica e supera i propri ostacoli, crea l’ambiente adeguato e adotta l’atteggiamento e la determinazione necessari per raggiungere il cambiamento nella propria alimentazione, riuscendo a sua volta a migliorare altri aspetti personali e dello stile di vita.

In nessun caso comunque il coach nutrizionale sostituisce il lavoro del professionista sanitario con competenze in nutrizione, come il medico o il nutrizionista, ma integra le sue conoscenze tecniche e il trattamento indicato, offrendo il supporto necessario per raggiungere la disposizione e la motivazione verso il cambiamento nello stile di vita del cliente.

Nelle sessioni di coaching il coach non segue il paziente solo nell’ambito nutrizionale, ma lavora anche a livello psicologico ed emotivo affinché sia lo stesso cliente a responsabilizzarsi circa il proprio processo di cambiamento, arrivando ad adottare, così, delle abitudini di vita salutari e durature. Per fare ciò il coach motiva e guida il paziente, potenziandone autostima e fiducia nelle proprie abilità.

Una delle differenze principali tra il coaching nutrizionale e il modello tradizionale delle diete riguarda proprio il ruolo ricoperto dal paziente.
Il coaching nutrizionale si identifica, infatti, come una metodologia pro-attiva, in cui il concetto di paziente cambia da soggetto passivo a soggetto attivo, il quale si assume la responsabilità delle proprie azioni, cosciente dell’importanza di prendersi cura di se stesso. Questa visione fa sì che l’interessato sia il centro e l’origine delle possibili soluzioni o miglioramenti.

Si tratta, dunque, di un lavoro personalizzato tra coach e coachee con l’obiettivo di capire in che modo la vita attuale del paziente contribuisca all’adozione di comportamenti poco salutari, per poi intervenire con strategie ottimali nel cambiamento nella condotta.

Hai mai pensato di seguire una sessione di Coaching Nutrizionale? Il Dottor De Nobili ti offrirà il supporto per rimetterti in forma e aumentare l’autostima!

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SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO: i sintomi più diffusi e le cause principali

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo ormonale molto comune tra le donne in età fertile. Questa patologia causa un importante ingrossamento delle ovaie e lo sviluppo di microcisti. Le ovaie quindi non riescono più a rilasciare con regolarità gli ovuli da fecondare, rendendo spesso il concepimento difficoltoso. Infatti la sindrome dell’ovaio policistico è tra le principali cause dell’infertilità femminile.

Irregolarità nel ciclo, ritardi oltre le quattro settimane dall’ultima mestruazione, flusso prolungato ed elevati livelli di androgeni, ormoni tipicamente maschili, sono tra i campanelli d’allarme più indicativi di questa patologia, che alle volte può però essere asintomatica.

Anche fenomeni come irsutismo, acne e aumento di peso sono dovuti allo squilibrio ormonale, che favorisce l’aumento dei livelli di testosterone e androstenedione.

Attualmente non è ancora nota la causa all’origine di questa patologia. Gli studi dimostrano che l’ereditarietà rappresenta uno dei principali fattori di rischio, sebbene siano ancora poco chiari i meccanismi di trasmissione.

Sono sempre più numerose le ricerche che evidenziano la stretta correlazione che c’è tra l’insulina e la sindrome dell’ovaio policistico. Quasi il 70% delle donne che soffre di PCOS presenta insulino-resistenza e più del 50% è in sovrappeso o obesa. In particolare, si è visto che l’insulino-resistenza stimola le ovaie a formare cisti e a produrre una maggiore quantità di androgeni. Non a caso la cura dell’insulino-resistenza è spesso determinante nella risoluzione della sindrome dell’ovaio policistico, con il conseguente aumento della fertilità e il ripristino della regolarità del ciclo.

Si tratta dunque di una patologia complessa, che interessa non soltanto l’apparato riproduttivo, ma anche il sistema endocrino e per questo richiede un approccio integrato su diversi fronti: l’insulino-resistenza infatti aumenta il rischio di malattie metaboliche come il diabete di tipo di 2 e malattie cardiovascolari.

Attraverso l’ecografia ovarica e gli esami del sangue è possibile effettuare una diagnosi precoce che, insieme al mantenimento del proprio peso-forma, riduce notevolmente il rischio di complicanze. Una volta effettuata la diagnosi, sarà il medico a valutare la necessità o meno di una terapia farmacologica specifica.

In ogni caso, la prima mossa per la cura della sindrome dell’ovaio policistico passa attraverso l’adozione di uno stile di vita sano. Gli studi dimostrano che perdere almeno il 10% del peso favorisce il ripristino della regolarità del ciclo mestruale. Una dieta equilibrata e un regolare esercizio fisico sono prevenzione e cura di questa patologia, e non solo.