STRESS OSSIDATIVO: prevenire è meglio che ossidarsi!

Come abbiamo visto finora, quando si altera quel delicato equilibrio tra produzione e  “smaltimento” di radicali liberi il nostro organismo va incontro allo stress ossidativo. Una diagnosi precoce può dunque fare la differenza. Grazie alla tecnologia FREE Carpe Diem è possibile analizzare i livelli di stress ossidativo in maniera globale. Si eseguono su un piccolo prelievo ematico 2 semplici test diagnostici in grado di misurare i radicali liberi (d-ROMs Test), ossia “l’attacco”, ma anche il potenziale antiossidante (BAP Test), ossia “la difesa”. Il d-ROMs test (Metaboliti reattivi all’ossigeno) infatti rileva lo stato di ossidazione del sangue misurato in “Unità Caratelli” (CARR). Giusto per dare qualche dato numerico: un soggetto in buone condizioni di salute presenta valori compresi tra 250 e 300 Unità CARR. Valori superiori a 300 CARR esprimono uno stato di stress ossidativo. In genere, valori superiori ai limiti sono dovuti ad una maggiore esposizione ai fattori di rischio per lo stress ossidativo, che abbiamo esaminato in precedenza. Tra le principali cause ricordiamo uno stile di vita poco sano. Ad esempio, l’abuso di alcol e il fumo concorrono ad aumentare sensibilmente i livelli di stress. Così come un’alimentazione squilibrata, povera di vitamine e ricca di grassi o un esercizio fisico inappropriato.

Il BAP Test (Biological Antioxidant Potential) invece misura il potenziale biologico antiossidante: quantifica cioè la capacità del nostro organismo di contrastare lo stress ossidativo. Un organismo sano è in grado di difendersi dallo stress ossidativo mediante sistemi interni. Tali meccanismi sono controllati da sostanze antiossidanti endogene, ossia prodotte dall’organismo stesso, ed esogene, ossia acquisite dall’esterno, ad esempio attraverso l’alimentazione. Questo test è in grado di rilevare la concentrazione ematica di alcune importanti sostanze antiossidanti quali bilirubina, acido urico, vitamine C ed E e proteine. Questa concentrazione è espressa in Micromoli (microM). In condizioni ottimali di salute il BAP Test riporta un valore superiore a 2200 micromoli/L, che viene considerato come il valore ottimale. Generalmente, valori inferiori a questo sono indicativi di una dieta squilibrata e/o di un eccesso di radicali liberi.

Incrociando i risultati di questi 2 Test è possibile inquadrare esattamente la situazione e, ove necessario, intervenire in modo sinergico per ripristinare i parametri di un equilibrio fisiologico dell’organismo. È evidente che la prima forma di prevenzione passa inesorabilmente attraverso uno stile di vita sano. Eliminare il fumo, limitare il consumo di alcol, seguire una dieta varia, ricca di frutta e verdura sicuramente contribuiscono a ridurre i livelli di stress ossidativo. Laddove l’organismo non sia in grado di far fronte da solo all’attacco dei radicali liberi o vi sia un aumentato fabbisogno di antiossidanti, può essere utile un programma di integrazione studiato sulla base delle specifiche esigenze di ciascuno. Come abbiamo evidenziato in precedenza, i rischi correlati allo stress ossidativo sono spesso irreversibili. Quando la prevenzione è così facile, conviene approfittarne prima che sia troppo tardi. Prevenire è meglio che ossidarsi!

Radicali liberi: nemici di salute e giovinezza

Se presenti nelle giuste quantità, i radicali liberi svolgono un’importante funzione per il nostro organismo poiché combattono l’insorgere di alcune malattie. Per contro, l’eccesso di radicali liberi è oltremodo nocivo e correlato a numerose patologie. Ascoltando ed osservando il nostro corpo è possibile individuare alcuni campanelli d’allarme.

Ad esempio, l’invecchiamento precoce della pelle è uno dei primi sintomi di stress ossidativo. La pelle diventa secca, perde elasticità e si segna più velocemente soprattutto in viso. Così come capelli sfibrati, fragili e pieni di doppie punte potrebbero essere indice di un eccesso di radicali liberi. Inoltre alcuni studi sostengono che c’è una correlazione tra le malattie infiammatorie della pelle, come ad esempio la psoriasi, e lo stress ossidativo. Sembrerebbe infatti che lo stress ossidativo indebolisca le difese immunitarie dell’organismo, favorendo così gli stati infiammatori. Secondo alcune ricerche pare che lo stress ossidativo sia anche alla base di un’altra patologia della pelle: la vitiligine, che si manifesta con la comparsa di chiazze biancastre sulla cute a causa di una ridotta quantità di melanina. Nei soggetti che ne soffrono è stato riscontrato un deficit dell’enzima catalasi, la cui funzione principale è bloccare il radicale perossido di idrogeno. I capelli e la pelle, dunque, esprimono non soltanto il nostro aspetto esteriore, ma rivelano lo stato di salute dell’intero organismo: i segni dell’invecchiamento cutaneo tradiscono infatti i danni ed il deterioramento cui tutti gli altri organi stanno andando incontro.

Tanto è vero che lo stress ossidativo aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari o processi arteriosclerotici. L’ossidazione infatti trasforma il “colesterolo buono” in “colesterolo cattivo”, che viene poi mandato in circolo con il sangue. Il colesterolo cattivo (LDL) in eccesso tende ad accumularsi sulla parete dei vasi fino a creare una placca arteriosclerotica che progressivamente cresce, rallentando così il flusso del sangue. Questo fenomeno nel tempo può indurre a gravi complicazioni come infarto del miocardio, trombosi e ictus.

L’ossidazione lipidica, causata da un’eccessiva quantità di radicali liberi, non coinvolge solo l’apparato cardiovascolare ma anche il fegato. Favorendo l’accumulo di grasso nelle cellule epatiche aumenta il rischio di steatosi epatica, patologia comunemente nota come “fegato grasso”. Sono sempre più numerosi poi gli studi che dimostrano la correlazione che c’è tra le malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer, ad esempio, e l’elevato livello di stress ossidativo. Si è visto come l’eccesso di radicali liberi determini un’alterazione mitocondriale e intacchi direttamente il DNA delle cellule. Ed è proprio l’alterazione del DNA uno dei principali fattori di rischio nello sviluppo dei tumori. A tal proposito entrano in gioco gli antiossidanti, che svolgono un ruolo chiave nella prevenzione. Un consumo quotidiano di almeno 5 porzioni di frutta e verdura, fonti naturali di vitamine e antiossidanti, riducono il rischio di tumori. Nello specifico la combinazione di vitamina C e vitamina E è molto efficace nel contrastare l’azione dei radicali liberi, ostacolando quindi la formazione di cellule cancerogene.

Le conseguenze dello stress ossidativo interessano tutte le cellule dell’organismo. Elevati livelli di radicali liberi possono portare all’infertilità sia maschile sia femminile poiché compromettono l’integrità tanto degli ovuli quanto degli spermatozoi. Lo stress ossidativo può condizionare anche la funzionalità della tiroide, causando infiammazione e alterando la sintesi degli ormoni tiroidei. Il deterioramento causato dai radicali liberi non risparmia certamente le ossa, che sono tra le prime a risentire dello stress ossidativo. L’ossidazione infatti è tra le principali cause di osteoporosi, una malattia sistemica dello scheletro che porta alla demineralizzazione e fragilità delle ossa. Sono inoltre ancora in corso degli studi che proverebbero la correlazione tra lo stress ossidativo e la fibromialgia. Si tratta di una patologia caratterizzata da dolore muscolare cronico e rigidità delle articolazioni, causate da un eccesso di radicali liberi.

Dunque se i danni causati dallo stress ossidativo si manifestano nel tempo, la medicina anti aging offre una preziosa opportunità di prevenzione nell’immediato.

 

STRESS OSSIDATIVO: una bomba ad orologeria

Cresce sempre più l’interesse della comunità scientifica impegnata nella battaglia anti aging attorno allo stress ossidativo, ad oggi ritenuto tra i principali responsabili dell’invecchiamento cellulare.

In condizioni ottimali di salute c’è un buon equilibrio tra la fisiologica produzione di radicali liberi e la loro neutralizzazione da parte dei meccanismi antiossidanti dell’organismo. Quando si altera questo delicato equilibrio, gli antiossidanti non sono più in grado di contrastare i radicali liberi che prendono il sopravvento e crescono in modo esponenziale. Un vero e proprio incendio dove i piromani – ossia i radicali liberi – hanno la meglio sui pompieri – ossia gli antiossidanti. È questa l’immagine che meglio descrive i danni causati dallo stress ossidativo, associato all’invecchiamento precoce e a numerose malattie croniche e degenerative.

Sono svariate le cause che determinano l’aumento dei radicali liberi e possono essere interne all’organismo, ossia endogene, e/o esterne all’organismo, ossia esogene.

Tra le cause endogene individuiamo ad esempio particolari mutazioni genetiche responsabili di una minore funzionalità di alcuni enzimi antiossidanti come catalasi, superossido dismutasi e glutatione. Il deficit di questi sistemi favorisce l’insorgere dei processi di ossidazione poichè l’organismo è meno efficace nel contrastare la formazione dei radicali liberi. Lo stress ossidativo inoltre è spesso correlato alla presenza di malattie metaboliche. Nel caso del diabete, ad esempio, l’ossidazione è causata dagli elevati livelli di glicemia. Mentre, sovrappeso e obesità inducono uno stato di infiammazione delle cellule adipose, che liberano una maggiore quantità di radicali liberi. Si è visto anche come l’eccessiva attività fisica a lungo andare possa rivelarsi dannosa per l’organismo poiché provoca un’esagerata accelerazione del metabolismo cellulare e, di conseguenza, il suo precoce invecchiamento.

Tra le principali cause esogene invece ricordiamo le radiazioni UV. Un’eccessiva esposizione al sole infatti non solo provoca un invecchiamento della pelle ma aumenta anche la produzione di radicali liberi, in grado di causare alterazioni del nostro materiale genetico. Pertanto si raccomanda sempre l’uso di un filtro protettivo adeguato al proprio fototipo e un’esposizione graduale, evitando le ore più calde. Anche le radiazioni ionizzanti, come i raggi X, e alcune sostanze chimiche, come il benzene e i metalli pesanti, favoriscono l’incremento dei processi di ossidazione dell’organismo.

Inoltre è sempre più evidente la correlazione che c’è tra uno stile di vita poco sano e l’aumento dei livelli di stress ossidativo. Il fumo e l’abuso di alcol ad esempio sono tra i principali fattori di rischio. Per contro, una dieta ricca di frutta e verdura può garantire all’organismo un adeguato apporto di sostanze antiossidanti in grado di contrastare la formazione dei radicali liberi. Via libera dunque a frutti di bosco, mirtilli, ribes nero, fragole, melograno e prugne: preziosi alleati anti aging perché hanno un elevato tenore di antiossidanti come flavonoidi e polifenoli. Ma anche pomodori, carote, broccoli, spinaci e mele hanno importanti proprietà antiossidanti come betacarotene, licopene e quercetina, giusto per citarne alcuni.

Dunque se lo stress ossidativo è influenzato in buona parte dallo stile di vita e alimentare che seguiamo, è anche vero che ogni giorno abbiamo la possibilità di preservare il benessere e la salute del nostro organismo attraverso scelte consapevoli e responsabili. Diversamente sarà come avere tra le mani una vera e propria bomba ad orologeria, senza artificieri pronti a disinnescarla.